Il sentiero glaciologico “G. Nangeroni – I. Bellotti” al ghiacciaio di Dosdè Est nasce nel 2023 e, come gli altri due itinerari curati dal SGL in Valmalenco ai ghiacciai della Ventina e del Fellaria, si pone l’obiettivo di documentare il forte regresso glaciale degli ultimi decenni e di rendere più consapevoli quanti lo percorreranno, circa l’impatto, la velocità e le conseguenze del riscaldamento globale. Dalle prime rilevazioni nel 1932 ad oggi, il ghiacciaio si è ritirato di oltre 1 km. Percorrendolo è inoltre possibile osservare le tracce lasciate dal ghiacciaio durante le fasi di espansione e ritiro.
Il Sentiero Glaciologico si snoda lungo la val Dosdè (laterale della val Viola Bormina), parte dal parcheggio P4 – Altumeira nella frazione di Arnoga nel comune di Valdidentro (SO) e arriva in prossimità della fronte del ghiacciaio di Dosdè Est. Lungo il percorso sono posti tabelloni e targhe che illustrano le posizioni della fronte del ghiacciaio nel corso del tempo e alcuni approfondimenti di geomorfologia.
Il sentiero è dedicato a Giuseppe Nangeroni, professore di geografia all’Università Cattolica di Milano che per primo ha scientificamente descritto i ghiacciai dell’alta Valtellina, e al prof. Italo Bellotti, di Isolaccia (SO), che ha portato avanti le misurazioni del ghiacciaio di Dosdè Est dalla fine degli anni ‘40 a metà degli anni ‘80 del secolo scorso, contribuendo in modo determinante alla creazione di una lunga serie storica di misurazioni.
L’itinerario in sintesi
Caratteristiche del sentiero glaciologico:
Lunghezza percorso: 13 km a/r
Tempo di percorrenza: h. 2:30 per la sola andata
Dislivello: +600 m
Difficoltà: E fino al rifugio Federico Valgoi, poi EE
Lasciata la macchina al parcheggio P4- Altumeira, si percorre la strada silvo-pastorale fino alle Baite Altumeira imboccando a sinistra il sentiero n°148 fino all’Alpe Dosdè. Poco prima della malga, sulla destra, è presente una targa indicante la posizione raggiunta dalla fronte glaciale durante il periodo denominato Tardoglaciale, evidenziato da depositi morenici deposti dal ghiacciaio circa 12.000 anni fa (STEP n°1). Raggiunto il rifugio Federico, il sentiero prosegue parallelo al torrente fino a un bivio dove occorre tenere la sinistra seguendo i segnavia bianchi e rossi. Superata la cascata, si arriva a un pianoro a quota 2350 m dove si osservano le tracce lasciate dal ghiacciaio di Dosdè Est: qui sono infatti visibili vari archi morenici creati dal ghiacciaio durante la fase della Piccola Età Glaciale (STEP n°2). Da questo punto in poi i segnavia bianchi e rossi sono sostituiti da targhette metalliche e da ometti di sassi. Il sentiero diventa meno visibile e, superato un tratto ripido, si giunge alla targa relativa alla posizione della fronte del ghiacciaio nel 1932 (STEP n°3). Qui G. Nangeroni pose il suo segnale di misura a valle della fronte nell’agosto del 1932. Proseguendo in destra orografica del torrente, si raggiunge un pianoro a quota 2500 m, dove arrivava il ghiacciaio fino agli anni Cinquanta del secolo scorso e dove si trova, su un masso di gneiss, il segnale di misura posto da I. Bellotti nel 1953 (STEP n°4) distante, allora, circa 20 metri dalla fronte glaciale. Da qui, superando il torrente nel punto più conveniente (ometti), si risale il pendio in sinistra orografica fino alla targa che segnala la posizione della fronte glaciale nel 1985 (STEP n°5). Il sentiero prosegue fino a quota 2580 m dove si trova l’ultimo pannello e dove si può osservare il ghiacciaio di Dosdè Est e le imponenti rocce montonate create dal ghiacciaio stesso. Qui arrivava la fronte del ghiacciaio nel 2010 e dove ha termine il sentiero glaciologico (STEP n°6). Si scende a valle seguendo lo stesso percorso dell’andata.
Descrizione degli STEP
Step 1: A poca distanza dall’Alpe Dosdè sono presenti i resti della morena laterale del grande ghiacciaio della Val Dosdè deposti da quest’ultimo durante l’avanzata del periodo Tardoglaciale alpino, circa 12.000 anni fa, in quello che viene definito “stadio Egesen I e II” periodo nel quale i ghiacciai alpini tornarono ad avanzare dopo un primo ritiro successivo alla fine dell’ultima grande glaciazione 20.000/25.000 anni fa. Le evidenze di questi depositi morenici sono visibili direttamente dalla strada silvo-pastorale e sono riconoscibili dal materiale eterogeneo dagli spigoli vivi, che la costruzione della strada ha messo in evidenza. Altri archi morenici dello stesso periodo sono visibili sull’altro lato della valle poco distanti dal rifugio Federico in Dosdè.