Vittorio Sella

Il Sentiero Glaciologico “Vittorio Sella”

 

Il Sentiero Glaciologico “Vittorio Sella si sviluppa interamente all’interno della Val Ventina, chiusa verso Sud da cime di tutto rispetto: il Pizzo Ventina (3261), il Monte Disgrazia (3678 m s.l.m.), il Pizzo Cassandra (3226 m s.l.m.), il Pizzo Rachele (2998 m s.l.m.) e la Cima del Duca (2968 m s.l.m.). Queste vette creano le condizioni morfologiche e climatiche favorevoli alla formazione e alla conservazione fino ai nostri giorni di una importante massa glaciale: il Ghiacciaio della Ventina.

Il percorso glaciologico, nato nel 1992 per volontà dell’SGL, è identificato dalle apposite segnalazioni a vernice azzurra e si snoda a partire dall’Alpe Ventina (1965 m), posizionata tra il rifugio Gerli Porro ed il rifugio Ventina, dalla quale è possibile ammirare in fondo alla valle la lingua del ghiacciaio, preceduta da un imponente complesso morenico fra cui spicca l’alta morena laterale destra.

 

Figura 1 – Ghiacciaio visto dalla piana del Ventina (foto M.Gussoni)

Percorrendo il sentiero, dotato di cartelli esplicativi, l’escursionista potrà osservare tutte le forme del modellamento glaciale come ad esempio le morene deposte in epoca storica dal Ghiacciaio della Ventina nei periodi di massima crescita, le rocce montonate ed infine le più recenti aree deglacializzate. La posizione dei vari segnali glaciologici permetterà di valutare le variazioni della posizione della fronte del ghiacciaio dalla fine del XIX secolo.

Seguendo le indicazioni con il bollo blu, si costeggia il torrente fino al ponte in corrispondenza del primo e più avanzato arco morenico frontale, deposto durante le prime fasi della Piccola Età Glaciale, probabilmente nel XVII secolo (cartello 1).

Dopo qualche decina di metri si incontra un secondo, più evidente, allineamento morenico ad arco che segna il limite raggiunto dalla fronte glaciale verso la metà del XIX secolo (cartello 2). Questo limite appare ancora più evidente se osservato da una posizione sopra elevata, per esempio salendo al Torrione Porro, dove risulta evidente la traccia lasciata dal ghiacciaio durante la fase di massima avanzata degli ultimi 10 mila anni.

Figura 2 – Archi morenici (foto M.Gussoni)

Nel corso dei decenni i depositi alluvionali del torrente hanno riempito ed uniformato le parti altimetricamente più basse ma non sono riusciti a cancellare le importanti testimonianze delle dimensioni raggiunte in questi ultimi secoli dal ghiacciaio.

Proseguendo nella salita si incontrano ulteriori archi morenici: il primo deposto in una modesta fase di crescita verso la fine del XIX secolo (cartello 3), il secondo deposto durante la fase positiva verificatasi verso la fine degli anni ‘10 – inizio anni ‘30 del secolo scorso (cartello 5), quest’ultima è ben individuabile sui due versanti e si raccorda sulla destra idrografica con la sommità dell’alta morena laterale.

Da questo punto in poi non si incontrano altre morene organizzate ma solo depositi sparsi; osservando il dislivello tra il filo della morena storica ed il fondovalle, sarà possibile valutare lo spessore della lingua del ghiacciaio che, ancora agli inizi del XX secolo, in questa zona era superiore ai 100 metri.

Figura 3 – L’evidente morena laterale a sinistra visibile dal fondovalle (foto M.Gussoni)

Ci si avvicina sempre più alla fronte attuale, incontrando una serie di cartelli che ci consentono di valutare il rapido ritiro frontale del passato più recente e di conseguenza di ammirare le zone lasciate libere dal ghiaccio in questi ultimissimi anni.

Figura 4 – Confronto fotografico che evidenzia la forte ritirata del ghiacciaio del Ventina.

Tra le tracce più importanti lasciate dal ghiacciaio in questo settore troviamo sicuramente le rocce montonate: dossi rocciosi, sormontati in passato dal ghiacciaio che ha eliminato tutte le asperità. Risultano lisce, arrotondate e striate dall’azione erosiva del ghiacciaio. I detriti rocciosi inglobati nel ghiaccio di fondo, schiacciati dal ghiacciaio soprastante, esercitano sulla roccia un’azione abrasiva che produce striature e solchi.

Una volta raggiunta la fronte del ghiacciaio si ridiscende per lo stesso percorso e si prosegue verso valle ripercorrendo l’itinerario di salita.

Per maggiori dettagli puoi scaricare la brochure QUI

 

Percorso

Nella parte iniziale della salita coincide con il tracciato dell’Alta Via della Valmalenco e si tiene sulla destra idrografica del torrente. Con una lunghezza complessiva di 4,8 km ed un dislivello in salita di 260 m, può essere completato agevolmente in circa due ore e trenta. Per motivi di sicurezza, il sentiero termina presso il segnale di misura GC1-12 (2236 m); chi volesse arrivare fino alla fronte del ghiacciaio deve procedere per ulteriori 200 m circa.

Mappa Sentiero Glaciologico V.Sella- Caratteristiche del sentiero