Valle glaciale
L’azione erosiva (esarazione) operata dal movimento del ghiacciaio verso il basso si manifesta con l’asportazione di detriti rocciosi dal fondo e dal fianco della valle. Questi producono successivamente un effetto abrasivo sulle rocce emergenti, portando alla formazione di ulteriori detriti o delle caratteristiche Rocce montonate. Le Valli glaciali sono la principale conseguenza di questo fenomeno e sono riconoscibili dal caratteristico profilo trasversale a U: presentano pareti ripide e fondo piatto, in molti casi mascherate da falde, coni detritici, morene recenti e depositi alluvionali, incise da successiva escavazione torrentizia. Spesso,
sopra i ripidi versanti della valle, si trovano dei ripiani continui, più o meno inclinati (Spalle glaciali), testimoni di una precedente valle dal profilo trasversale più largo. Porzioni di valle quasi pianeggiante sono collegate tra loro da pendii molto scoscesi, quasi verticali: questi raccordi sono detti Gradini di valle e posizionati trasversalmente ad un solco glaciale o allo
sbocco di valli tributarie in quella principale. Nel primo caso la genesi della morfologia è legata a motivi strutturali della valle (presenza di faglie o fratture): si presentano come bruschi salti, in rocce dalla superficie arrotondata verso monte e da superficie scabra a valle. Alle spalle del gradino roccioso spesso si formano laghetti o depressioni torbose create da processi di sovraescavazione. Nel caso di valli tributarie, il gradino (di sbocco) rappresenta invece la confluenza di ghiacciai secondari in
quello principale: sono evidenti quando la colata principale si ritira e lascia scoperti i fianchi della valle. Le valli secondarie risultano così pensili per essere state incise in modo minore dai ghiacciai secondari dotati di ridotta capacità erosiva. Spesso una valle glaciale sospesa e con bassa pendenza sfocia nella valle principale attraverso un gradino inciso da forre d’erosione subglaciale prodotte dalle acque di scioglimento del ghiacciaio (de Bortoli – Agenda dell’operatore naturalistico 2009).